martedì 26 luglio 2011

SONDAGGIO BALNEARE

Da alcune settimane i principali sondaggi rilevano un progressivo ampliarsi del vantaggio del centrosinistra sul centrodestra. La speranza è che nei prossimi mesi si lavori a creare una vera alleanza chiara e seria da proporre all'Italia con il Partito Democratico al centro di essa. Con questo augurio vi auguro buone vacanze !!

lunedì 25 luglio 2011

L'On.Sbrollini (PD) sulla manovra finanziaria

“Mentre il governo, con la manovra, smantella il federalismo, la Lega che fa?”. Se lo chiede Daniela Sbrollini, deputata Pd. “La finanziaria del centrodestra – continua la deputata – colpisce ancora di più gli enti locali e vanifica il percorso del federalismo fiscale. La Lega, però, non dice una parola. Così come rimane in silenzio rispetto agli attacchi che vengono fatti alle famiglie. Il sistema di tagli indiscriminati alle detrazioni e alle deduzioni va a colpire le fasce più deboli, i monoredditi, i nuclei con figli piccoli, che vanno all’asilo o a scuola. Il ticket per le prestazioni sanitarie spinge la gente verso la sanità privata, colpendo le famiglie con un aumento dei ticket che vanno ad aggiungersi a quelli già esistenti. Tutta la manovra è una complessiva crescita della tassazione sul ceto medio, sulle persone, sulle famiglie, sulle categorie disagiate mentre i ricchi e gli evasori fiscali continuano a dormire sonni tranquilli. E’ questa la svolta che invocava la Lega? E’ questa la sua idea di governo vicino alla gente? Quella stessa gente che continua a subire una crisi forte, come certificato dall’ISTAT che in questi giorni comunica i nuovi dati sulla povertà. In Italia oltre 8 milioni di poveri (13,8% della popolazione) di cui 3 milioni in povertà assoluta (1 milione e 156 mila famiglie) con questa manovra non si affrontano questi problemi anzi l’assenza di equità rappresenta un nuovo fardello per i cittadini”.

venerdì 8 luglio 2011

HANNO UCCISO IL FEDERALISMO ( E LA LEGA DOV'E'?)

La manovra presentata dal Governo dovrebbe servire a salvare i conti del Paese ma in realtà fa tre operazioni molto chiare. Assieme ad una buona dose di confusione questa manovra: opera una stretta pesantissima sui servizi, in primis sanità e sociale; colpisce in via diretta il risparmio e dunque il portafoglio dei cittadini; dà una botta mortale all’autonomia di Regioni e Comuni, virtuosi o meno. Certo, si dice l’esatto contrario e lavorando di bisturi sulle pieghe del provvedimento si arriva a dire, come ha fatto il Tg1 l’altra sera, che si difende l’occupazione e si premiano le buone amministrazioni. Ma la distanza di questa finzione dalla realtà del Paese è ormai drammatica.
Solo qualche parola per chiarire. Sul sociale dal 2008 ad oggi si è passati da 2.400 milioni a 500, poi a 300 ed ora di fatto a zero. Sulla sanità si operano 8 miliardi di ulteriori tagli e si prefigura un pesante ticket per le prestazioni più diffuse. Si triplica il bollo che colpisce i piccoli risparmi, al punto che si allarma anche il Sole 24 Ore. E poi zero politiche industriali, tagli degli incentivi, blocco del turnover: orizzonti chiusi per il lavoro, per la ripresa, per le entrate dello Stato (e dunque si opera solo tagliando la spesa pubblica). Nel mirino sono i più deboli, una vera e propria lotta di classe alla rovescia contro chi ha bisogno di lavoro e di servizi sociali. Ci aspettano ancora campagne mediatiche sotto la voce sprechi delle amministrazioni, mentre la Commissione contro gli sprechi chiesta dalle Regioni, che aveva avuto l’assenso dal Presidente del Consiglio, non è stata neppure istituita. Sia chiaro, è giusto lavorare per contrastare tutti gli sprechi ovunque essi siano, ma azzerare il fondo della non autosufficienza e pensare che si risolva il problema facendo propaganda non è giusto e credibile. E il federalismo? Questa manovra chiude una storica esperienza delle Autonomie, con grave danno per il Paese, ed è un colpo di spugna sul federalismo. Dopo i tagli di Tremonti del luglio scorso e di quelli ora in discussione non c’è rimasto nulla da fiscalizzare e niente da devolvere. Il centro si è preso tutto, lasciando alla periferia il piacere di aumentare a dismisura le tasse locali.
Dov’è finita la Lega? La retorica sul federalismo non ha più ossigeno: i conti non tornano e i cittadini se ne rendono ben conto. Oggi i sindaci sono al verde e non riusciranno più a dare risposte adeguate ai propri cittadini. Nidi, scuole, manutenzione, e poi sostegno alle piccole imprese, nuovo welfare: si fa deragliare un autonomismo che nel nostro Paese ha una grande tradizione e viene da lontano. Quanto sono lontani i decreti del federalismo amministrativo, il clima di innovazione e di nuovi spazi per le politiche locali e territoriali, la spinta contro un centralismo che ha dato ripetute prove di inefficienza e inefficacia. Quanto è lontana la spinta verso nuove più forti responsabilità affidate alle comunità locali. Quanto ha contribuito (molto secondo la Corte dei conti) il Patto per la salute a mettere sotto controllo i conti sanitari (quel Patto ora violato dalla manovra). Per questo dico che la manovra non guarda avanti, ma guarda indietro, ci fa tornare tutti indietro. Altro che federalismo!
La risposta è una sola. Sono gli amministratori locali e regionali che possono rilanciare un’idea di nuove e serie relazioni fra le istituzioni, per un federalismo solidale e cooperativo che aiuti l’Italia a fare le cose utili riducendo gli sprechi. Ed è solo con un nuovo rigoroso patto fra le forze del lavoro e dello sviluppo che si può dare un futuro a questo paese, rimettendo al. Servono risposte urgenti, questa manovra va cambiata radicalmente rimettendo al centro ciò che oggi non c’e. La crescita.

Vasco Errani
presidente conferenza delle regioni

8 luglio 2011