giovedì 20 agosto 2015

Gender nelle scuole? Facciamo chiarezza!


Si sa che a ripetere mille volte una cosa falsa, diventa vera e proprio questo è il caso. Per smontare la bufala abbiamo bisogno di andare per gradi. Tutto inizia con il ddl Fedeli, che ho sottoscritto con convinzione. Esso richiede semplicemente che nelle scuole di ogni ordine e grado venga inserita leducazione alla parità di genere e della prospettiva di genere sulla scia dei gender studies che dagli anni 50 si sono affermati. Il testo è molto breve e lo potete leggere su questo link. In particolare è stato in parte assorbito dallart. 1 comma 16 del Maxiemendamento di cui riporto il testo:

16. Il piano triennale dellofferta formativa assicura lattuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado leducazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dallarticolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui allarticolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del 2013.

Per chiarezza espositiva sottolineo che il Maxiemendamento ha UN SOLO articolo. Spesso si sente parlare di art. 16 e questo, di per sé, credo sia spia di quanta poca attenzione è messa nello studio del testo di legge. E evidente a tutti che non vi è alcuna introduzione di qualsivoglia teoria gender. Può essere utile sapere che questo è lunico punto in cui è riportata la parola genere in tutta la legge e che essa non è isolata ma ricompresa nella locuzione violenza di genere. Noi tutti sappiamo bene cosa si intende per violenza di genere. Lart. 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, è invece il seguente:

2. Il Piano persegue le seguenti finalità:
- prevenire il fenomeno della violenza contro le donne attraverso linformazione e la sensibilizzazione della collettività, rafforzando la consapevolezza degli uomini e ragazzi nel processo di eliminazione della violenza contro le donne;
- promuovere leducazione alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere nellambito dei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, al fine di sensibilizzare, informare, formare gli studenti e prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso unadeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo;
- potenziare le forme di assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli attraverso il rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza;
garantire la formazione di tutte le professionalità che entrano in contatto con la violenza di genere e lo stalking;
- accrescere la protezione delle vittime attraverso un rafforzamento della collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte;
prevedere una raccolta strutturata dei dati del fenomeno, anche attraverso il coordinamento delle banche dati già esistenti;
- prevedere specifiche azioni positive che tengano anche conto delle competenze delle Amministrazioni impegnate nella prevenzione, nel contrasto e nel sostegno delle vittime di violenza di genere e di stalking;

Mi sembra che ci sia poco da spiegare se mai ci fossero stati dubbi. E bene qui fare una piccola parentesi. In alcuni testi che ho letto si dice che il comma 16 ricomprende la legge 93 (o 119 nel caso si riferiscano alla conversione in legge), ma ciò non è vero. Il legislatore ha scritto esplicitamente che si riferisce allarticolo 5, comma 2 e nientaltro. Non avrebbe senso farlo in effetti, visto che il 93/2013 si riferisce, oltre che alla violenza di genere, anche alla protezione civile e al commissariamento delle province. E bene sottolineare, ironicamente, che non intendiamo imporre nei programmi scolastici corsi di commissariamento delle province.

I testi di legge quindi, di per sé, spiegano tutto, ma si insinua continuamente che la teoria gender è inserita con cavalli di Troia difficili da vedere, ma che si possono leggere tra le righe. Ho discusso, sui social o via mail, con persone che riportano questa tesi, nessuno ha saputo spiegarmi dove sarebbero questi cavalli di Troia, ma piuttosto si sono riferiti a episodi capitati in Germania o in Francia oppure, per esempio a Il gioco del rispetto delle scuole di Trieste. Ebbene ho voluto informarmi su questo gioco che i giornali hanno dipinto come pornografico in cui i bambini sono invitati a toccarsi lun con laltra. Sorpresa! Nulla di tutto ciò. Ho fatto il lavoro che avrebbero dovuto fare quei giornalisti, ovvero leggermi le regole del gioco e ho scoperto che si tratta principalmente di un memory in cui i bambini devono associare, per esempio, la carta del maestro a quella della maestra, o quella del dottore a quella della dottoressa. Altri giochi previsti hanno più o meno sempre lo stesso tema. Il gioco più incriminato invita i bambini a scoprire il proprio corpo sentendo il cuore o i polmoni durante una fase di riposo e una fase di attività fisica. I polmoni e il cuore!! Sempre lo stesso gioco prevede che i bambini possano sentirsi a vicenda sempre il cuore e il respiro, con il regolamento che suggerisce fortemente luso di uno stetoscopio. In questo modo i bambini imparano che i corpi dei maschietti e delle femminucce funzionano allo stesso modo nonostante le differenze. Chi ha inventato il gioco scrive che, in questa fase, possono nascere DAI BAMBINI domande sulle differenze fisiche, anche riguardanti i genitali e prescrive agli insegnanti di spiegare bene cosa siano nominando gli organi genitali senza timore. I bambini sono curiosi di conoscere ed è il tabù della società che fa sì che i genitali diventino una parte scabrosa di cui vergognarsi, non la natura in sé. In tutto questo mi chiedo dove sia la pornografia. A questo link comunque potete leggere il regolamento completo del gioco, per smontare definitivamente ogni bufala sul tema.

Ne abbiamo lette di tutti i colori in questi giorni, tra cui quella che le direttive OMS vorrebbero che si insegnasse la masturbazione e la pornografia a scuola. Ovviamente non è così, sembra quasi pleonastico dirlo. Il documento OMS sulleducazione sessuale e affettiva è facilmente reperibile e lo potete leggere per intero a questo link. Si capisce fin dallinizio che il documento parte dallosservazione della sfera sessuale e affettiva dei bambini per fornire agli educatori i metodi migliori per affrontare le fasi di crescita. Credo che sia oggettivamente vero che uneducazione sessuale ed affettiva, ovviamente dimensionata sulletà, sia fondamentale fin dalla più tenera età e aggiungo che in questo campo la Buona Scuola è addirittura troppo conservativa. Per assurdo, una delle tesi dei no-gender, per cui il nostro sesso è ben definito fin dal concepimento (cosa che ovviamente nessuno si è mai sognato di negare), è comune con con i principi dellOMS che sottolinea come il sesso e lidentità di genere si sviluppino fin dai primissimi anni durante il processo di socializzazione primaria. Sarebbe troppo lungo analizzare qui il documento OMS, ma possiamo pensare di farlo assieme dividendoci il lavoro. Solo per fare un piccolo esempio, mi limito a segnalare che con la famigerata masturbazione precoce si intende semplicemente il processo naturale con cui il bambino toccandosi scopre il proprio corpo e scopre che alcune zone creano piacere. La masturbazione precoce non si può insegnare, avviene naturalmente nel bambino e le indicazioni OMS servono ad aiutare genitori ed educatori ad affrontare in modo positivo questa fase di crescita. Quando ci si ferma alle parole senza voler capire, si creano dei mostri.

Detto tutto ciò, voglio darvi altri contributi che affronterò velocemente e la cui lettura spero possa esservi utile. Non ho volutamente detto allinizio che la teoria gender non esiste, ma esistono i gender studies e che nessuno nega la differenza biologica tra uomo e donna, ma secondo una letteratura sociologica consolidata (tra laltro non solo di ispirazione gender) i concetti di mascolinità e di femminilità sono culturalmente indotti. Ovvero la natura ci dice se siamo maschi e femmine, ma il cosa vuole dire essere maschi o essere femmina è costruito culturalmente. In questo articolo della bioeticista Chiara Lalli trovate una ricostruzione molto ben appropriata del tema. E bene qui sottolineare come molte volete vengano esposti, a riprova della malvagità della teoria gender, esperimenti bestiali svolti negli Stati Uniti o in altri paese. Oltre ad invitare a verificare sempre che queste storie siano vere, credo che in certi casi la risposta sia molto semplice. Sulla scia di tante ottime idee si sono creati mostri, i gender studies non sono diversi. Sono unottima idea, che ha contribuito allemancipazione della donna e degli omosessuali, ma anche al vivere meglio la propria sessualità per tutti. Ciò detto sono esistite persone che hanno voluto portare allestremo il concetto, deformandolo e finendo per portare avanti teorie ed esperimenti mostruosi. Lo sviluppo scientifico e tecnico migliora la nostra vita, ma porta anche alla costruzione di armi sempre più terribili, le religioni sono sempre intrise di messaggi di pace, ma nella storia e ancora oggi sono utilizzate per giustificare le peggiori atrocità. Quindi sì, anche i gender studies sono utilizzati per inseguire sogni folli e crudeli, ma ciò non li rende negativi. I crimini commessi in nome di questa o di altre idee, vanno perseguiti e MAI giustificati.


Va infine riconosciuto che anche il mondo cattolico si sta muovendo per smontare la bufala. Una tendenza dei movimenti ultracattolici è proprio quella di volersi mostrare come gli unici rappresentanti di noi cattolici. Io a questo mi ribello con forza! Per questo motivo vi inoltro anche questo testo del teologo Christian Albini che parla di come invece i gender studies sono unoccasione da non perdere per il cristianesimo, o questa lettera di madri cattoliche alle associazioni della Diocesi di Parma. E bene sapere che vi sono tante persone che stanno cercando di informarsi, leggere e capire e che assieme a loro possiamo costruire un messaggio corretto che informi le famiglie di quale trappola è tesa loro da chi, col pretesto di difendere i loro figli, vuole solo creare allarmismi su cui pontificare.

Laura Puppato