lunedì 28 marzo 2011

Iniziativa del PD di Tezze


Una nuova iniziativa del circolo PD di Tezze dedicato al ruolo della donna nella società e nella politica italiana
con tre prestigiosi ospiti,3 donne importanti esponenti del nostro partito. Vi aspettiamo numerosi

domenica 20 marzo 2011

Grazie Presidente

In questi giorni di festeggiamenti per i 150 anni dell'Italia la sua figura è emersa autorevole e credibile in un momento della politica italiana che ha raggiunto i punti più bassi di decenza grazie soprattutto alle performance del capo del governo e della sua schiera di cortigiani. Napolitano raccoglie consensi sinceri dovunque si presenti al Nord quanto al Sud per il suo modo sobrio e dignitoso  di rappresentare le istituzioni, per la chiarezza e la risolutezza. I fischi riservati a Berlusconi non sono che il naturale risultato del suo essere politico che divide e non unisce e il solo pensiero che miri al Quirinale fa rabbrividire. Perfino sull'Altare della Patria ha voluto rimarcare il suo marchio di fabbrica ossia la sua missione di liberare il paese dai "comunisti". Se per comunisti intende una persona come Napolitano, vero riformista, vero uomo delle Istituzioni che ha difeso senza se e senza ma il popolo libico in rivolta contro Gheddafi, allora viva i comunisti.
E liberiamoci di chi bacia le mani al rais libico e che passa il week-end con l'ex capo del KGB Putin.

W IL PRESIDENTE NAPOLITANO

mercoledì 16 marzo 2011

17 Marzo 2011 Festa dell'Italia Unita

"Nel 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia desidero ricordare i giovani patrioti che per questo obiettivo hanno impegnato la propria vita, fino all’estremo sacrificio. I patrioti dell’Ottocento hanno avuto un sogno e hanno saputo realizzarlo, liberando il paese dal controllo straniero, unificandolo e, pur tra contraddizioni, consentendone il progresso sociale e civile.
I patrioti del Novecento lo hanno liberato dall’invasore e dal fascismo, lasciandoci nella Costituzione i principi inalienabili di libertà, giustizia e uguaglianza tra i cittadini a fondamento della Repubblica.
Questi stessi principi rappresentano ancora oggi il nostro orientamento di fondo, lì c’è il nostro presente e il nostro futuro di cittadini italiani ed europei. Anche la sfida federalista è già scritta dentro la Carta ed avrà senso se, tenendo ferme le vocazioni simboliche e le tradizioni comunitarie dei territori, riuscirà a portare il livello locale in una dimensione nazionale e globale. Non avrà alcun senso se si limitasse ad essere un semplice ripiegamento identitario.
Per tutte queste ragioni il Partito democratico vuole essere il partito della nazione non alludendo con questo ad un’intenzione difensiva o retorica, ma ad un impegno a riprogettare in condizioni nuove una confermata l’unità dell’Italia. E’ tempo infatti di tener fermi i principi e di abbassare gli steccati. E’ tempo di esporre le bandiere italiane e di ricordare che la parola patriota è sempre stata legata agli innovatiori, ai riformatori, mai ai conservatori.
Il Partito democratico dovrà dunque essere un partito di patrioti, di autonomisti veri e di riformatori. La nostra buona ragione si chiama Italia. Certo un'Italia diversa da quella che vediamo, ma che può e deve riprendere la sua strada. Una strada che non guardi con diffidenza all’Europa e al mondo ma che, al contrario, è consapevole che soltanto in questa dimensione potrà valorizzare capacità e talenti nazionali".

Pierluigi Bersani

martedì 15 marzo 2011

Costituzione vecchia o attuale ?

Rileggete i primi articoli della nostra Costituzione. E' attualissima in quanto in diversi articoli purtoppo non ancora pienamente realizzata. 

Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1]

Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. [3]

Il punto più basso

Consiglio regionale della Lombardia. I consiglieri della Lega capitanati dal Trota durante l'esecuzione dell'inno nazionale abbandonano l'aula e vanno al bar, poi rientrano. In quale altro paese occidentale potrebbe succedere una cosa del genere  ??



martedì 1 marzo 2011

Scritto lunedì 28 febbraio 2011 da Keren Ponzo*

Signor Presidente del Consiglio,
il suo attacco alla scuola pubblica, oltre che sconcertante, è assolutamente senza fondamento!
Fa male alla scuola e alla Famiglia la sua dichiarazione rilasciata sabato: in un momento così difficile per scuola, studenti e famiglie non c’è bisogno che qualcuno getti sul fuoco altra benzina.
La Gelmini ha fatto abbastanza per distruggere la scuola pubblica: l’ha lacerata, impoverita, ha scaricato sulle famiglie i costi della gestione quotidiana limitando, anzi, riducendo all’osso, i finanziamenti per la scuola pubblica.
Non abbiamo bisogno signor Presidente di altro disprezzo!
La scuola pubblica produce forse quello che più fa paura: un pensiero libero! Allena le menti dei ragazzi, dei bambini, a pensare autonomamente, perchè, signor Presidente, le confido un segreto: non ci sono insegnanti di destra o di sinistra, un docente è un docente!
Sono gli insegnanti che con il loro lavoro quotidiano cercano di salvare intere famiglie nei luoghi più disagiati, con lavoro di migliaia di insegnanti che non si risparmiamo.
Non accettiamo il suo attacco!
Chiediamo al Ministro Gelmini come si ponga ora innanzi ad una dichiarazione del genere e ne chiediamo le dimissioni!
E rimandiamo al mittente ogni considerazione fatta sulla famiglia, non ci sembra la persona in questo momento più indicata per parlarci di valori!
Dietro questa bieca considerazione è lampante il tentativo di considerare le scuole non pubbliche le uniche detentrici di valori assoluti: signor Presidente del Consiglio, non sarà una guerra tra poveri, una guerra fra scuola pubblica e privata! Non ci saranno scuole di serie A e scuole di serie B, non lo permetteremo!
Dopo essersi impossessato del 90% dei mezzi di informazione, dopo aver delegittimato la magistratura, ora Lei punta a distruggere il luogo dove si formano le coscienze civili, dove le menti imparano a essere libere di ragionare e di criticare.Non le lasceremo occupare le istituzioni: non le lasceremo distruggere la scuola pubblica in favore di una scuola sempre più elittaria, che solo pochi potranno permettersi!

Noi vogliamo una scuola pubblica e di qualità!!!

*responsabile scuola PD della provincia di Vicenza