venerdì 27 aprile 2012

PRIMO MAGGIO dentro la crisi

Dopo il 25 Aprile ci apprestiamo a festeggiare il Primo Maggio, la festa dei lavoratori. Parlare di lavoro in questo periodo con la crisi che morde, spesso vuol dire parlare di drammi come per gli episodi di imprenditori che si tolgono la vita, di una disoccupazione giovanile che sfiora il 30%, di stipendi e salari tra i più bassi d'Europa. Se pensiamo che nel primo articolo della nostra Costituzione c'è la parola "lavoro" si è presi dallo sconforto. Per non parlare della precarietà diventata ormai status sociale, la generazione 1000 euro, i laureati ai call-centers. Persino nel nostro territorio considerato un'isola felice, il miracoloso Nord-Est il lavoro sta diventando una emergenza. I dati sulla cassa-integrazione degli ultimi anni lo stanno a dimostrare. Come invertire questa tendenza? Certo siamo dentro ad un mercato globale e si devono fare i conti con il contesto internazionale. Ma tante cose andrebbero fatte per migliorare la situazione. Perchè nel nostro paese la tassazione sul lavoro è cosi alta? Perchè la ricerca e la scuola sono allo sbando e le nostre migliori intelligenze se ne vanno all'estero? Perchè l'energia costa cosi tanto in Italia rispetto agli altri paesi avanzati? Perchè le imprese sono oberate da mille balzelli burocratici? Perchè la pubblica amministrazione non paga i fornitori? Tante domande e tanti problemi che se anche parzialmente risolti darebbero tanto ossigeno alle aziende che creano ricchezza e posti di lavoro. La politica è chiamata a battere un colpo su queste questioni cruciali mettendo in campo scelte lungimiranti e coraggiose. I problemi non sono certo l'articolo 18 che non ha nessuna nesso con la crescita se non nella testa di qualche confindustriale ideologizzato. Creare le condizioni per una ripresa forte e duratura. Per l'Italia e per l'Europa, destini ormai coincidenti.

Luca Mocellin

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