In questi giorni si ricorda il ventennale dalle stragi del
1992 quando due eroi di Stato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino furono
barbaramente assassinati dalla mafia con due attentati eclatanti per la
violenza e la potenza esplosiva messa in campo. Ed in questi giorni la tragica
esplosione di Brindisi che ha strappato Melissa all’abbraccio dei suoi genitori
ci ha fatto rivivere quelle ore di angoscia e sgomento. Erano anni terribili
quelli, con la mafia che sfidava a viso aperto lo Stato, la crisi economica con
la svalutazione della lira e i partiti travolti dagli scandali della
corruzione. Vent’anni sono passati ma l’Italia di oggi non sembra molto diversa
da allora. La criminalità organizzata ha abbandonato si la lupara ma si è infilata nei consigli di amministrazione
del Nord ( solo qualche leghista falso-ingenuo continua a negarlo) e continua a
tessere le sue tele di malaffare condizionando gli appalti e le attività
produttive, arricchendosi con i rifiuti, la droga, l’immigrazione
clandestina. La nuova crisi economica è
addirittura peggiore di quella di vent’anni fa. La debolezza politica
dell’Europa, la disoccupazione galoppante, i costi energetici in aumento
rendono più che mai drammatico l’oggi e incerto il domani. Ed il sistema
politico della cosiddetta seconda repubblica sta vivendo una crisi di
credibilità che sembra simile a quello del ’92 quando tanti partiti furono
spazzati via dalla inchieste. Astensionismo in aumento, antipolitica dilagante
e populismi più o meno grandi che se ne nutrono. La politica ha forse l’ultima
chance per non ammainare bandiera bianca, deve rinnovarsi nel segno dell’etica
vera, della sobrietà, della concretezza, del mettersi a servizio. E l’invito va
soprattutto al nostro partito che nel terremoto politico odierno è rimasto
forse l’unico punto fermo, purché si faccia carico di ricostruire un paese che persi vent’anni di tempo, diventi finalmente “normale”.
Luca Mocellin
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